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Il veterinario che scrive “Con occhi di cane, con occhi di gatto”

La passione per gli animali accomuna molte persone, ma avere a cuore ciò che loro sentono, provano, comunicano e trasmettono agli esseri umani, non è da tutti.

Scegliere di vivere con un animale in casa è una decisione che va presa con la stessa importanza con cui si valuterebbe di mettere al mondo un figlio, dal momento che anche l’amico peloso ha la necessità di ricevere molte attenzioni e cure, proprio come se fosse un figlio. E, sebbene non sia sano umanizzare il proprio animale domestico, è fondamentale riconoscere che anche lui prova le stesse emozioni degli esseri umani.

È questa la base su cui si fonda il terzo lavoro letterario di Mauro Colajacomo, che ha scritto un libro di poesie immaginando che siano proprio i cani e i gatti a parlare ai loro padroni, dal titolo Con occhi di cane, con occhi di gatto e altre poesie. È il primo libro in poesia, dopo due romanzi gialli e noir, pubblicati nel 2019 e 2020. A dargli una marcia in più per la realizzazione di questa piccola impresa è il fatto che Colajacomo, ancor prima di essere scrittore, è un veterinario e, ancor prima, è un uomo che ama gli animali.

Il genovese Mauro, classe 1957, inizia a comporre poesie e racconti a 12 anni e ad appassionarsi alla pittura e alla lettura, in particolar modo ai romanzi di Emilio Salgari. Si iscrive al liceo classico di Torino (città in cui la famiglia si è dovuta trasferire per lavoro), non tanto per scelta personale, quanto per la possibilità di avere più strade aperte all’università, dietro consiglio dei genitori, che già lo immaginano medico come il nonno.

Trascorre la sua adolescenza fra grandi classici della letteratura, fumetti, cinema d’essai, concerti, musica classica, jazz, rock e inizia anche a suonare la chitarra, appassionandosi ai migliori artisti che hanno segnato la storia della musica negli anni ’70.

Dopo il diploma di maturità, per non deludere i genitori, si iscrive alla facoltà di Medicina, anche se il suo vero sogno è un altro, e decide di abbracciarlo dopo soli due mesi: iscriversi a Veterinaria, passione maturata durante gli ultimi anni del liceo, anche come conseguenza del suo amore per la natura che tanto apprezzava nei racconti che leggeva.

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Illustrazioni a cura di Valerie Trentin

Si laurea in breve tempo e trova subito lavoro nella sua Genova, in un ospedale veterinario per cani e gatti, nel quale mette in pratica l’amore per gli animali e la passione per la medicina, lavorando come chirurgo e ortopedico. Da lì è un susseguirsi di specializzazioni universitarie in Cardiologia, in Diagnostica per immagini, in Medicina interna e il recente master in Oncologia Veterinaria.

Il suo lavoro quotidiano in clinica, nella quale esercita tutt’ora, è stato arricchito dal rapporto con i proprietari degli animali, verso i quali nutre un sentimento di empatia per le loro problematiche. In questo modo, ha sperimentato in prima persona quanto sia variegato l’animo umano e, di conseguenza, quante domande bisogna porsi di fronte ad un animale da curare.

Perché l’assunto di base dal quale partire prima di iniziare ad approcciarsi ad un quadrupede è quello di metterlo sullo stesso piano di un umano, dunque essere in grado di sentire i propri stati d’animo e percepire quelli del proprio padrone.

Colajacomo ha intessuto un racconto osservato da una prospettiva diversa, analizzato dallo sguardo attento e scrutatore degli amici e compagni di vita a quattro zampe, chiedendosi cosa direbbero agli umani se potessero parlare, cosa pensano di loro, del loro modo di vivere la vita, di affrontare i problemi, di esprimere gli stati d’animo.

La voce dei cani e dei gatti, espressa attraverso sguardi e movimenti, racchiude tutto un mondo di sentimenti così simili a quelli umani, ma anche così diversi: l’amore animale è puro, disinteressato, incondizionato, requisiti invece così lontani dalla sfera emotiva umana, al punto da avere molta difficoltà nel riconoscerlo e comprenderlo.

È questa la condizione che crea un rapporto molto forte, un legame indissolubile fra l’animale e il suo padrone, al punto da permettere al primo di percepire ogni gioia e ogni turbamento del secondo, esprimendo delle emozioni così umane che ancora stupiscono.

Con questo lavoro, Colajacomo vuole tentare di aprire gli occhi anche a tutti quei padroni che spesso prendono con sé un animale in casa con una leggerezza che diventa sinonimo di disattenzione, di incomprensione, di mancanza di riguardo nei confronti di un essere vivente in grado di pensare e comprendere, di offrire sollievo e appoggio, molto più di quanto si possa credere e capire.

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